Regio de dinâ 1989 - Teatro Dialettale Stabile della Regione Ligure/stagioni

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Regio de dinâ 1989

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Regïo de dinâ

3 atti di Pietro Valle

regia di Giorgio Grassi

scene Aldo Tocci

costumi Fulvia Palazzi

attori : Pietro Scotti - Santa Grattarola - Gianni Maggi - Alessandra Scotti - Franco Lagomarsino -
Mario Perdomini - Gabriella Bruschini - Massi Lagomarsino - Egidia Cossu


1989


critica

LA CRITICA

LAVORO
22 GENNAIO 1989

Un travolgente «Regïo de dinâ»
Si ride per mille lire alla «Sala Carignano»

GENOVA – quando «Regïo de dinâ» esordì nel ’32 con l’interprestazione radiofonica di Riccardo Pittaluga, il suo successo convinse Rosetta Mazzi inserirla nel repertorio della propria compagnia . Assieme a «Terno secco» e «Barba Gioxe», fu tra le opere di Pietro Valle riproposte più di frequente da Laerte Ottonelli.
Proprio a quest’ultimo è stata dedicata la ripresa della commedia proposta venerdì sera alla sala Carignano dalla compagnia del «Teatro dialettale stabile della Regione Ligure». La regia di Giorgio Grassi ha orchestrato lo spettacolo miscelando comicità e nostalgia, legando i ritmi della commedia tradizionale alla suggestione oleografica del folklore portata in scena dal gruppo «Amixi de Boggiasco», nella coralità delle scene iniziali e nella festa a lieto fine.
Tanta gente, forse troppa, sacrificata per l’esiguo spazio della Carignano e i tempi della commedia che richiederebbe un ritmo più serrato e una riduzione più decisa del testo, anche forse eliminando l’interruzione fra secpndp e terzo atto.
L’allestimento è stato curato con attenzione particolare anche nella scenografia di Aldo Tocci e nell’abbondanza, quasi esagerata di Fulvia Palazzi. Quell’ingrediente di tante belle commedie genovesi, le palanche, fa scattare la risata liberatoria: unmeccansmo che Grassi conosce, da quando nel ’67 mise in scena sempre con Ottonelli «L’Avaro» di Moliere nella riduzione in vernacolo di Senno.
Eccole qua, le palanche, le mille lire, in un rigiro nel quale non si sa più dove vanno a finire . Ci sono debiti da pagare, figlio da maritare, il solito scroccone e cascamorto: ma Raffe (Pietro Scotti) e sua moglie (Santa Grattarola) risolveranno tutto con un affiatamento ed una comicità irresistibili.
Nando (Gianni Maggi) e Lisin (Alessandra Scotti) interpretano con freschezza il ruolo degli innamorati; o sciò Mario (Franco Lagomarsino) è un disinvolto intruso . Mario Perdomini, Gabriella Bruschini, Massi Lagomarsino, Egidia Cossu completano il cat con simpatiche caratterizzazioni.
Molti gli applausi a scena aperta soprattutto per santa Grattarola, da parte di un pubblico rumoroso e divertito,
Lo spettacolo replica ancore per questa sera per poi riprendere dal 27 al 29 gennaio,  dal 3 al 5 febbraio

Il Corriere Mercantile
Gennaio 1989

Non possiamo fare a meno, nell’accingerci a recensire lo spettacolo presentato alla Sala Carignano dal Teatro Stabile della Regione Liguria. O regïo de dinâ, di ricordare l’attore Laerte Ottonelli, alla cui memoria è dedicata la messinscena. Nell’ammirarne la bravura e la verve comica, in un edizione della stessa commedia di Pietro Valle nell’autunno del 1970. Cominciavamo il nostro apprendistato di cronista teatrale. Dopo lo abbiamo seguito in molte  prove anche difficili, come quella del protagonista nella commedia di Eduardo De Filippo Filumena Marturano, tradotta in genovese da Giorgio Grassi con il titolo I figgi no se pagan. Adesso non possiamo fare altro che rivolgergli un affettuoso e grato pensiero per le ore liete che ha donato al pubblico appassionato di teatro in dialetto. Ma possiamo fare qualcosa di più.
Parlare ancora una volta di questa commedia, che lui amava moltissimo.
La vicenda è collocata negli anni Trenta,un periodo che il, regista Giorgio Grassi sembra prediligere.
Anzi a proposito di ricordi ci viene in mente nel lontano 1970 Giorgio Grassi, regista della commedia, svolgeva il ruolo di fidanzato, che alla fine convola a giuste nozze. Oggi il nostro Grassi, sempre fedele al «suo» teatro, non può più fare parte del giovane amoroso, ma in compenso ha inventato un finale di grande effetto scenico. La . La coppia dei fidanzatini Lisin e Nando si presenta alla fine dello spettacolo in abiti nuziali,accompagnata da un festoso gruppo d’invitati (che sono i giovani del gruppo folcloristico «Amixi del Boggiasco»), accolti da fragorosi applausi del pubblico.
Sposini a parte, la vicenda ruota attorno ad un biglietto da mille lire, una cifra favolosa per quell’epoca e per i protagonisti della storia, che sono semplici pescatori della Foce. Il biglieto da mille lire passa di mano in mano finché non torna un mano al legittimo proprietario. È una serie di prestiti fondati sulla fiducia e promossi dal buon cuore , in mezzo ai quali s’inseriscono le difficoltà di una sposina poco esperta nell’economia domestica, i calcoli di un cacciatore di dote, le scaramucce a lieto fine dei due predetti innamorati. Il sapore della commedia sta tutto nell’arguto cicaleccio della santa (interpretata da Santa Grattarola con una freschezza e una vivacità inesauribili), la moglie furba del pescatore Raffe ( il ruolo che fu di Ottonelli è oggi interpretato con simpatica duttilità dam Pietro Scotti), un divertente miscuglio di fanfarone, imbroglione e ingenuo. Ricordiamo Alessandra Scotti (nel ruolo di Lisin), una promessa del teatro dialettale che diventa sempre più una certezza, Gianni Maggi nei panni di Nando, simpaticamente sornione ed ancora Franco Lagomarsino (un abile intruso), Mario Perdomini, Gabriella Bruschini, Massi Lagomarsino, Egidia Cossu tutti ben amministrati dall’attenta regia di Grassi.

Clara Rubbi

Le immagini e i testi pubblicati direttamente su queste pagine sono proprietà
del Teatro Dialettale Stabile della Regione Ligure - Sito a cura di  Piergiorgio Razeti
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